Finalmente inaugurato l’ospedale di Lentini

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Incidente a Lentini, nella SS 194: due feriti .

Lentini, 3 ottobre – Incidente, alle 15, nella SS 194 (al km 15+900).

Si sono scontrate una Fiat Punto che da Ragusa andava verso Lentini e un Iveco che da Lentini andava verso Ragusa.
Feriti: C.P. (68 anni) e Z.M. (64 anni), entrambi di Francofonte. Entrambi avranno una prognosi di una decina di giorni.
Sul posto la Polizia Stradale di Siracusa.
Fonte: http://www.ondaiblea.it/2011100340716/Cronaca/Cronache/incidente-a-lentini-nella-ss-194-due-feriti.html
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Affiliato al clan Cursoti-Milanesi evade i domiciliari: arrestato mentre dormiva

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Prime piogge, fognature in tilt. Allagate le strade di Francofonte

Francofonte - «Con le prime piogge d'autunno la viabilità del nostro Comune va in tilt, si intasano i tombini per lo scolo delle acque bianche e le strade si allagano». Così Giuseppe Messina, coordinatore cittadino del MovimentoCittàttive di Francofonte, alza forte il suo appello affinchè gli uffici comunali, preposti alla vigilanza ed alla tutela della rete viaria, intervengano prima che con l'arrivo dell'inverno le piogge procurino danni anche alle abitazioni dei suoi concittadini.

A rendere ancora più pesante il problema dell'allagamento ha contribuito in questi giorni l'intasamento della condotta fognaria principale, dalla quale si sono riversati ingenti quantità di liquame maleodorante sulla strada provinciale di contrada Giardinello, e che hanno invaso il manto stradale mettendo in pericolo la circolazione veicolare e gli agrumeti situati ai lati della strada.
«Non si capisce –dichiara ancora Giuseppe Messina - come possano verificarsi simili eventi dal momento che alcuni anni addietro sono stati eseguiti lavori di rifacimento delle rete idrica e fognaria, ma evidentemente qualcosa non torna. Mi auguro - continua Messina - che sia messo in funzione al più presto il depuratore comunale, sul quale sono stati investiti diverse migliaia di euro e i cui lavori pare che siano stati ultimati da poco, che oltre a rendere efficiente il servizio fognario, servirà certamente ad alleviare il problema della raccolta delle acque piovane, per potere fare di tutti reflui un buon uso a scopi civili ed agricoli, mediante la loro depurazione. Come sempre - conclude il coordinatore del Movimento - saremo attivi nel segnalare qualunque fatto, che potrà compromettere la salute e la sicurezza dei cittadini francofontesi, e pronti a vigilare anche su eventuali sprechi di denaro pubblico e sull'inefficienza dei servizi pubblici comunali».
di Nello Russo
Fonte: http://www.giornaledisiracusa.it/notizie/attualita/25365-prime-piogge-fognature-in-tilt-allagate-le-strade-di-francofonte.html
PS: Grazie
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Francofonte, rispunta il problema del randagismo.

Sembra che si facciano sempre più pressanti gli appelli dei francofontesi alle autorità locali, riguardo al problema del randagismo, che si manifesta sempre più intenso sulle strade del Comune di Francofonte. Sono troppi i cani ed i gatti che vagano per le strade della città, anche se pare che non diano un grande fastidio e non siano normalmente aggressivi. Tuttavia la loro presenza, quando sono in branco, incute parecchi timori e suscita perplessità rispetto alla questione della sicurezza e dell’incolumità personale.

Ma accade anche che tra la gente di Francofonte vi siano dei cittadini, che prestano ai randagi un minimo di attenzione e di cura portando loro da mangiare e facendoli raggruppare in piccole colonie, per evitare che siano investiti o maltrattati dagli sprovveduti.
Insomma in città tra le persone ed i randagi sembra essersi instaurato un certo rapporto, che si alterna tra affezione e paura.
A questo punto però è inevitabile cercare di capire come l’amministrazione comunale di Francofonte intenda intervenire, visto che il problema del randagismo può essere affrontato mediante la costruzione di ricoveri comunali o intercomunali, ricorrendo senza grandi sforzi a specifiche risorse finanziarie a fondo perduto, che la Regione Siciliana ha anzitempo messo a disposizione degli enti locali a sostegno di una precisa progettualità sulla problematica ed ai quali il comune di Francofonte non ha regolarmente avuto accesso.
Quindi, stando alle lamentele, sembra essere indiscutibilmente chiaro che l’amministrazione comunale, in questi otto anni di attività, ha dimostrato di non avere verso gli animali da affezione la stessa sensibilità, che tuttoggi ha nel nominare il proprio esperto legale a suon di 3000 euro al mese e nell’assegnare ad altri avvocati vari contenziosi legali, naturalmente pagati con ulteriori risorse pubbliche. E’ sufficiente visitare l’albo pretorio on line nel sito web del comune, dove sono pubblicate le delibere, per cogliere la verità delle cose.
A riprova di tutto ciò è consultabile all’indirizzo http://www.gazzettadelsud.it/NotiziaArchivio.aspx?art=97002&Edizione=12&A=20080909 -
un articolo del 2008, che conferma come già fin da allora l’amministrazione comunale di Francofonte non sia stata capace di presentare un progetto per la realizzazione di un canile o di un gattile, ovvero di favorire la nascita di associazioni anche di volontariato, che avrebbero potuto operare per limitare il randagismo, perdendo così i finanziamenti elargiti dalla Regione Siciliana. Questo da la misura della capacità progettuale dell’Esecutivo e dell’insufficiente attività di controllo e di programmazione del Consiglio comunale, chiamato a vigilare sull’operato della Giunta e sugli obiettivi preposti.
I Francofontesi si sono purtroppo abituati a questo regime di cose, ad una situazione di stallo che impedisce di ricorrere a dei finanziamenti utili, per istituire un nuovo servizio o per incrementarne qualcuno già esistente e che comporta anche dei tagli ingiustificati al salario accessorio dei lavoratori dipendenti ed alle risorse destinate al miglioramento di tutti i servizi comunali, alle innovazioni strumentali e tecnologiche, all’informatizzazione obbligatoria degli uffici ed all’adeguamento dei luoghi di lavoro alle norme sulla sicurezza, nonché all’aggiornamento ed alla riqualificazione professionale dei dipendenti.
Tuttavia, la Giunta municipale ha deciso recentemente di aumentare il tributo riguardante il servizio dei rifiuti solidi urbani, con la scusa dell’avvio della raccolta differenziata, che però stenta a dare frutti tangibili pur gravando sulle tasche dei cittadini. Nel frattempo essa continua ad impegnare il denaro pubblico per consulenze, sagre cittadine e feste di piazza.
C’è da dire che nel contesto di questa situazione, che rasenta il limite della instabilità finanziaria, i sindacati ed i patronati, tranne qualche eccezione, vivacchiano nel più profondo dei silenzi registrabili negli ultimi trent’anni della storia di Francofonte.
In definitiva, per farla breve, emerge la necessità che le associazioni ed i cittadini di Francofonte riprendano coscienza in questo quadro socio-economico ancora offuscato da una pratica amministrativa ingessata dall’agire politico troppo poco attento ai bisogni diffusi ed incombenti di una comunità, che pare essersi abbandonata alla sofferenza ed al tedio delle mancate aspettative di sviluppo e di crescita.
di Nello Russo
Fonte: http://www.osservatorio-sicilia.it/2011/09/26/francofonte-rispunta-il-problema-del-randagismo/#comments
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Da martedì prossimo ripartirà il servizio di trasporto urbano nel Comune di Francofonte.

Con qualche mese di ritardo dovuto alle trafile burocratiche, a Francofonte, ripartirà martedì prossimo il servizio di trasporto urbano.

Per il momento, le corse all’interno del centro abitato saranno eseguite dalle 7.45 alle 14.30, a Novembre, invece, verranno protratte fino alle 18.30.
Il servizio sarà effettuato con due mezzi - capaci di contenere ciascuno circa 30 passeggeri - acquistati dall’Ente e guidati da due dipendenti abilitati dello stesso.
Più in là, è nelle intenzioni dell’Amministrazione sostituire i mezzi con un unico più grande, di oltre 60 posti a sedere.
Per i giovani fino alla maturità, le donne dai 55 e gli uomini dai 60 anni, il servizio sarà gratuito. Per la rimanente fascia anagrafica d’utenza, dai 18 ai 55 anni , il Consiglio comunale, nella seduta del 07/09/2011, con 17 voti favorevoli su 17 consiglieri presenti in aula, ha approvato il seguente tariffario: biglietto di andata e ritorno valido per tre corse della stessa giornata € 1,00;biglietto giornaliero valido per tutte le corse della medesima giornata € 1,50;abbonamento settimanale € 5,00;abbonamento mensile € 15,00.
“Abbiamo mantenuto le tariffe piuttosto basse – ha affermato il presidente del Consiglio Comunale Giovanni Di Maiuta – perché ci rendiamo conto che le persone che usufruiscono di questo servizio sono per lo più prive del mezzo di trasporto proprio, spesso sole e con grosse difficoltà a raggiungere la sede del Distretto Sanitario locale, il cimitero, il mercato settimanale. Bene ha fatto, dunque, l’Amministrazione a riproporre il servizio di trasporto pubblico locale, che comunque va, a mio avviso, monitorato e perfezionato nell’interesse di tutta la comunità che ne usufruisce”.
Compiacimento per l’imminente riattivazione del servizio ha espresso il sindaco della città agrumicola, Giuseppe Castania, che ha affermato “ Siamo soddisfatti di aver potuto rioffrire questo importante servizio alla cittadinanza, specie se consideriamo di averlo salvato, con grandi sforzi, in un momento in cui i gravi tagli di fondi dalla Regione e dal Governo nazionale stanno compromettendo l’erogazione di servizi essenziali, in particolare quelli a domanda individuale. Data la gestione diretta ci premureremo di migliorare il servizio per renderlo sempre più efficiente , facendolo diventare progressivamente un fiore all’occhiello della nostra carta servizi”.
Fonte: http://www.siracusanews.it/node/24309
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Casa Albergo per Anziani, le richieste del Movimento Cittàttive Alleati per Francofonte

"Abbiamo appreso che l'amministrazione comunale di Francofonte ha intenzione di aprire, a breve, la casa albergo per gli anziani, sita in contrada Quadri, zona sud della città" - si legge nel documento del sodalizio - .

"Si tratta di una struttura che è stata ultimata dopo quasi venti anni e nella quale verranno erogati servizi socio-assistenziali di fondamentale importanza a sostegno degli anziani.
L'apertura della casa albergo presuppone l'assunzione di vario personale qualificato, che, oltre ad occuparsi della gestione ordinaria della struttura, dovrà assistere adeguatamente gli anziani che vi alloggeranno, nel rispetto della dignità della persona e dei livelli professionali di indubbia qualità.
Tuttavia, sembra che tutto si stia muovendo nel silenzio, visto che stranamente nessun politico sta facendo propaganda.
A tal proposito il Movimento Cittàttive chiede al sindaco di Francofonte come l'amministrazione comunale intenda assumere il personale della casa albergo e quali saranno i criteri di scelta. Ritengo, sostiene Giuseppe Messina socio fondatore del Movimento cittadino, che in questo caso bisogna utilizzare il metodo più trasparente possibile e dare la massima pubblicità, per far sì che anche i nostri giovani, i più capaci e professionalmente preparati, possano tranquillamente concorrere nella ricerca di un posto di lavoro. Questa possibilità, aggiunge Giuseppe Messina, rappresenta una buona valvola di sfogo contro la crisi occupazionale che attanaglia la nostra città, aggravata dall’incessante crisi del comparto agrumicolo francofontese."
Fonte: http://www.siracusanews.it/node/24171
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Francofonte: incendio distrugge veicolo e danneggia edificio

La squadra dei Vigili del Fuoco del distaccamento di Lentini è intervenuta, alle ore 1.10 di stanotte, per domare l’incendio di un’autovettura in sosta in via Perticaro, nel Comune di Francofonte.

Le fiamme, oltre a distruggere il veicolo, hanno annerito il prospetto di un edificio e danneggiato alcuni infissi. Al termine delle operazioni non si sono rilevati elementi per una determinazione certa delle cause. Sul posto, i Carabinieri.
Fonte: http://www.siracusanews.it/node/24000
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Provincia Siracusa: al via lavori sulla SP 33 Francofonte-Ragameli, 130 mila euro costo del progetto

Firmato ieri, presso l’ufficio del segretario generale della Provincia dott. Antonello Fortuna, il contratto con la ditta G.A. Costruzioni di Floridia per lavori urgenti per il ripristino del tratto di strada sulla Strada Provinciale SP 33 Francofonte-Ragameli in corrispondenza del cavalcavia sulla Strada Statale SS 194.

Il progetto definitivo inerente i lavori è stato approvato con deliberazione n.302 del 23 dicembre 2010 dalla Giunta guidata dal Presidente della Provincia On. Nicola Bono, ed ha un importo complessivo di 130 mila euro.
Fonte: http://www.siracusanews.it/node/23897

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Palazzo Gravina- Cruyllas, dal Comune di Francofonte si fa il punto sui lavori in corso

Palazzo Gravina- Cruyllas, tra i più prestigiosi edifici del patrimonio immobiliare della città di Francofonte, sarà riconsegnato alla cittadinanza nel suo complesso, storico-funzionale, prima del prossimo inverno. Il restauro dell’ala principale è già stato completato.

Nella giornata di ieri, è stato finalmente eseguito anche l’allaccio alla rete elettrica, ma per gli arredi in stile, che caratterizzeranno le stanze di rappresentanza, da affidare ad ebanisti artigiani - che dovranno realizzarli sul progetto redatto dall’Ufficio Tecnico Comunale - bisognerà attendere i tempi burocratici per l’indizione della gara d’appalto, che avverrà, comunque, nei prossimi giorni.
Lavori in corso, nel frattempo, nel settore posteriore dell’edificio, un tempo adibito a sportello per il rilascio di documenti anagrafici, che sarà destinato ad Ufficio Tasse e Tributi, in quanto privo di barriere architettoniche e dunque accessibile a tutti gli utenti. Ad informare sull’andamento dei lavori è l’assessore comunale ai Servizi Manutentivi di Francofonte Antonio Inserra, al quale la delega al Palazzo Municipale è stata assegnata lo scorso Luglio, che sta seguendo tutte le pratiche quotidianamente per accelerare l’inaugurazione del Palazzo di Città.
Per l’arredamento dell’edificio l’amministrazione comunale è riuscita a reperire i fondi necessari, circa 100 mila euro, impiegando i residui di precedenti mutui ed incidendo in minima parte sul bilancio. “Il Palazzo – aggiunge Inserra – non soltanto ospiterà vari uffici, la stanza del sindaco, la sala giunta e l’aula consiliare, ma sarà aperto al pubblico autoctono e turistico che vorrà visitarlo e godere del suo pregio architettonico ritrovato grazie alla sapiente e rispettosa ristrutturazione”.
Fonte: http://www.siracusanews.it/node/23913

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L’orrore di venerdì scorso nel triangolo della morte Augusta, Melilli, Priolo

(Immagine di repertorio). Di Nello Russo: Ho letto alcuni articoli apparsi sul quotidiano La Sicilia giorno 21 (pagg.33 e 38), che hanno argomentato la gravissima situazione ambientale in cui versano i tre comuni industrializzati della provincia di Siracusa, in concomitanza con quanto é accaduto nella notte di venerdì, durante la quale dalle ciminiere degli agglomerati industriali, pare dell’Isab e della Esso, sono fuoriuscite quantità di acido solfidrico al di sopra della percentuale massima consentita per legge.

Notevoli i danni per l’ambiente e notevoli i disagi per gli abitanti del circondario, molti dei quali sono stati colti da malore. Da anni si scrive e si dice di tutto sulla questione sanitaria ed ambientale del triangolo, la cui gravità non esime nemmeno i Comuni più prossimi in linea d’aria. Tanti sono i casi di malattie allergiche, o di malformazioni neonatali, o peggio ancora di morti per malattie neoplastiche, che sembrano non risparmiare nessuno per età o per condizioni di vita, la causa dei quali non può non essere ricondotta anche nella pesante situazione igienico-ambientale procurata dalle lavorazioni e dalle emissioni del polo chimico.
E pensare che nello stesso triangolo mortale una casta indolente, composta da qualche politico locale, dai sindacati confederali e da una qualche grande impresa, vuole impiantare un rigassificatore, come fosse un impianto di produzione di dolci e gelati, giustificandone la costruzione con un improbabile sviluppo occupazionale.
Sono di più, invece, coloro che, denunciando il perdurare del pericolo ambientale immanente nell’area industriale e la presenza di ogni possibile fattore inquinante nell’aria e nel sottosuolo, si oppongono alla costruzione del rigassificatore e premono affinchè si realizzi una concreta bonifica dell’area, ma soprattutto affinchè si proceda alla completa riconversione dell’apparato industriale ed alla riqualificazione del territorio, per creare davvero uno sviluppo sostenibile dell’intera provincia siracusana, creare occupazione e stabilità reddituale e fermare il propagarsi di un disastro ambientale dalle proporzioni incommensurabili.
“Repetita iuvant”, peccato però che chi dovrebbe leggere ed ascoltare rimane cieco e sordo o, peggio ancora, alza meglio il muro dell’indifferenza di fronte alle proteste diffuse ed alla volontà popolare espressa persino coi referendum cittadini.
Nello Russo
Fonte: http://www.osservatorio-sicilia.it/2011/08/23/lorrore-di-venerdi-scorso-nel-triangolo-della-morte-augusta-melilli-priolo/



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Libero Grassi. Amante delle buone letture e della cultura dell’impresa, cullava una grande ammirazione per la laboriosa borghesia del Nord Europa

Il 29 agosto 1991, a Palermo, il sole sembra alto da sempre. Un signore di 67 anni, capelli grigi, ben rasato, esce di casa dopo aver indossato una polo, un paio di pantaloni leggeri e dei sandali. E’ solo. Cammina a testa alta. Si chiama Libero Grassi ed è un imprenditore palermitano. Un imprenditore inconsueto, a dire il vero. Dirige la Sigma, una storica fabbrica di biancheria intima, boxer, slip, vestaglie, pigiami, dando lavoro a centocinquanta operaie. La Sigma è una camiceria storica, in città. Ha un ottimo campionario, clienti fidati e prestigiosi in tutta Italia, tempi di consegna rapidi e certi. Insomma, va bene. Grassi, invece, è un tipo anomalo, dicono. D’altra parte se sei nato nel 1924, l’anno in cui venne rapito e ucciso Giacomo Matteotti, e ti chiami Libero, non solo in memoria di uno zio anarchico, ma anche per riguardo allo stesso deputato socialista fatto fuori dai fascisti, strano devi venir su per forza. E’ di Catania, Libero. Ma all’età di 8 anni si è trasferito con i suoi a Palermo, nella capitale. Amante delle buone letture e della cultura dell’impresa, cullava una grande ammirazione per la laboriosa borghesia del Nord Europa, per quelli che pragmaticamente, razionalmente, a costo di enormi sacrifici e duro lavoro, in un sol colpo fanno quadrare i conti, danno lavoro, si tengono lontani dalla corruzione e dai compromessi politici e non chiedono aiuti o favori a chicchessia. E’ sposato, Libero. Con Pina Maisano, una donna minuta, occhi grandi e intelligenti, savoir faire innato e volontà di ferro. E’ lei che gestisce uno storico negozio di tessuti in centro. Ed è una fervida militante del Partito Radicale. Hanno due figli giovani, Alice e Davide.



Da un annetto Libero Grassi è diventato famoso. E’ andato persino in televisione, a Samarcanda di Michele Santoro, ha preso a rilasciare interviste sui quotidiani siciliani. Tutto è iniziato in un modo per nulla confortante, anzi decisamente preoccupante. Ad inizio d’anno, qualcuno, un fantomatico “geometra Anzalone”, gli ha telefonato per chiedergli il pizzo: 50 milioni così, sull’unghia. Al che Libero di nome e di fatto, ha preso carta e penna ed ha scritto una lettera al “caro estortore”, pubblicata sul Giornale di Sicilia: “ Caro estortore,” ha esordito “Volevo avvertire il nostro ignoto estortore di risparmiare le telefonate dal tono minaccioso e le spese per l’acquisto di micce, bombe e proiettili, in quanto non siamo disponibili a dare contributi e ci siamo messi sotto la protezione della polizia. Ho costruito questa fabbrica con le mie mani, lavoro da una vita e non intendo chiudere… Se paghiamo i 50 milioni, torneranno poi alla carica chiedendoci altri soldi, una retta mensile, saremo destinati a chiudere bottega in poco tempo. Per questo abbiamo detto no al ’Geometra Anzalone’ e diremo no a tutti quelli come lui”. Più chiaro di così! Grassi ha rifiutato la ‘protezione’ ed ha anche rifiutato di pagare il pizzo. Punto. Solo che, a questo punto, si è esposto, rischia di divenire un facile bersaglio. A meno che anche gli altri imprenditori, la Confindustria siciliana e non, le associazioni di categoria, i sindacati, istituzioni non decidano di stargli accanto, sostenendolo in una lotta che è anche una lotta per la legalità e per il lavoro, oltre che per la loro sopravvivenza. Dopo le sue denunce, 8 mafiosi sono stati arrestati. Grassi è stato invitato da Santoro, a Samarcanda. E’ stato l’11 aprile 1991. Così ha portato il suo caso davanti alla nazione. Ormai sta diventando un simbolo della lotta alla mafia. “Non sono un pazzo - ha dichiarato a Santoro - sono un imprenditore e non mi piace pagare. Rinuncerei alla mia dignità. Non divido le mie scelte con i mafiosi”. Non solo. Con piglio sicuro, da imprenditore pragmatico abituato a vedersela con i numeri, ha aggiunto “Con le mie denunce, ho fatto arrestare otto persone. Se duecento imprenditori parlassero, milleseicento mafiosi finirebbero in galera. Non le sembra che avremmo vinto noi?” Ma è stato proprio a questo punto, cioè nel momento di massima esposizione mediatica, che ha avuto la netta sensazione di essere praticamente isolato. Se, da un lato, all’indomani della famosa lettera aperta pubblicata dal Giornale di Sicilia, attestazioni di solidarietà sono pervenute dal prefetto Jovine e dal questore di Palermo (mentre la Sigma veniva presidiata), dai sindacati e dalle ACLI, dal sindaco di Palermo e dal Centro di Documentazione ‘Peppino Impastato’; dall’altro, sono rimasti latitanti l’API (Associazione Piccole Imprese), l’Assindustria (l’associazione delle imprese di cui pur fa parte), il Coordinamento Antimafia.



In realtà, Grassi è stato lasciato solo da quelli a cui più teneva, i colleghi, l’associazione di cui da decenni fa parte, da quelli che si trovano sulla sua stessa barca e dai quali, ovviamente, si sarebbe aspettato aiuto e solidarietà. Ma così non è stato. E’ rimasto solo. Persino la stampa si è defilata. Un trafiletto su Repubblica, silenzio assordante del Sole-24 ore. L’Ora, il maggior quotidiano palermitano, ha titolato: “Ha detto no al pizzo e la città è con lui”. Figurarsi: la città se ne lava le mani, gli fa il vuoto attorno! Grassi lo sa. Riferendosi all’Assindustria, dalla quale evidentemente si attenderebbe la più convinta e fattiva solidarietà, ha dichiarato: “E’ come se la mia denuncia non li riguardasse. Ho avuto solo la telefonata di qualche amico e nulla più”. Secondo lui, Salvatore Cozzo, presidente dell’associazione, porta avanti la “politica dello struzzo”! Si è aperta una polemica. Cozzo ha replicato che non possono imporre agli associati di rifiutare di pagare il pizzo: non è il loro mestiere. Loro hanno altri obiettivi: primo tra tutti, la promozione dello sviluppo produttivo. “Non possiamo farci portabandiere solo della lotta alla mafia - chiosa - Abbiamo altri compiti, altri doveri”. Grassi ha tuonato: “Chi non denuncia è colluso con il racket delle estorsioni”. E Cozzo di rimando: “Gli imprenditori taglieggiati sono soltanto vittime e come tali devono essere tutelati. Nostro compito è chiedere alla polizia sorveglianza e controlli efficaci. E – conclude, acido - credo che la polizia abbia tutelato bene Grassi”.



E, sulle prime, è sembrato che i fatti dessero ragione al presidente.



Ai primi di aprile, qualche giorno dopo la chiusura della diatriba, una sentenza del tribunale di Catania, emessa dal giudice Russo, non ha lasciato adito a dubbi: pagare il pizzo non è reato, purché lo si faccia per tutelare la propria azienda e il proprio lavoro. Insomma, è una casus necessitatis: o ci si piega o si chiude. Meglio piegarsi, suvvia! Sulla vicenda, il 4 aprile Grassi ha rilasciato un’intervista a caldo all’Ora: “una sentenza gravissima. – ha commentato – E’ la legittimazione giuridica dei rapporti di convivenza-connivenza tra imprenditoria e mafiosi. Il giudice Russo ha in pratica ammesso che se i cavalieri catanesi non avessero intrattenuto rapporti con la mafia, non avrebbero potuto fare il loro lavoro di manager. Questo si traduce in una sorta di impunità collettiva, un’amnistia generale che giustifica passato, presente e futuro. Peggio: è un suggerimento preciso su come comportarsi di fronte alle offerte di Cosa Nostra.” Accennando alle conseguenze che la stessa sentenza avrebbe avuto per gli imprenditori, Grassi è stato chiaro: “Io ho avuto più problemi con loro (gli imprenditori, ndc) che con gli estortori. I miei colleghi mi hanno messo sotto accusa, dicono che i panni sporchi si lavano in famiglia. E intanto continuano a subire: perché lo so che pagano tutti. Secondo me essere intimiditi e collusi sul piano operativo è la stessa cosa. Alcuni confessano di subire per paura, altri si vantano delle loro conoscenze nel mondo dei pezzi da novanta. Sono atteggiamenti molto comuni: ma io penso che se ciascuno fosse disposto a collaborare con la polizia e i carabinieri, a denunciare, a fare i nomi dei taglieggiatori, il racket avrebbe vita breve.”



L’11 aprile c’è stata la trasmissione di Santoro. Il 14 ha rilasciato un’altra dichiarazione che non ha lasciato adito a dubbi: “L’associazione degli industriali non ha assunto ancora una posizione chiara sulla questione delle estorsioni. Il presidente dell’associazione l’ha detto davanti a tutti: la mafia è invincibile ed è inutile che un signor Libero Grassi prenda posizione senza tener conto di questa realtà. Lui non accetta le mie denunce. Ma desso ho preso una decisione: se entro un mese l’associazione non si muove, io mi dimetto.”



Proprio per cercare di far crescere il consenso attorno a Grassi e, soprattutto, non lasciarlo isolato, il 4 maggio i Verdi hanno organizzato un dibattito nella sala consiliare del comune di Palermo. Pochi i partecipanti: una trentina di persone. Oltre a Grassi, presenti l’imprenditore Salatiello della Keller e il presidente dell’API, Albanese. Salatiello e Grassi, da un lato, a perorare la necessità delle denunce, Albanese, dall’altra, a rintuzzare, annacquare, distinguere, scaricare barili di aria fritta. Il senso di ciò che sta accadendo è stato sintetizzato dall’intervento di Umberto Santino, presidente del Centro Impastato: “l’iniziativa, che doveva essere di solidarietà, sta servendo solo per rendere visibile ancor di più l’isolamento di Grassi e dei pochi che gli stanno accanto.” Oltre tutto, Grassi è senza scorta: bersaglio facilissimo.



A fine maggio, si è scomodata una giornalista tedesca, Katharina Burgi, della rivista Nzz Folio, recatasi a Palermo per ottenere impressioni e notizie sulla mafia. Tra le persone che ha incontrato, vi è stato Libero Grassi, l’imprenditore ormai famoso, in Europa e Usa, per il ‘gran rifiuto’ di pagare il pizzo. La giornalista dirà che è rimasta profondamente colpita dalla forza interiore di Grassi. Le è apparso deciso a lottare per la difesa dei propri interessi, con la speranza che il suo esempio sia l’inizio di una ribellione pacifica che sottragga l’Isola all’influenza di Cosa Nostra. Nel giro di qualche giorno anche il Washington Post, ha parlato di lui: “Sicilian businessman does the unthinkable: he says no to the mafia”, ha titolato.



Ma non è finita. Ai problemi, anzi, non c’è mai fine. E così, poco prima delle ferie estive, sono state le banche a mettersi di traverso. Ha chiesto dei finanziamenti, ma loro, le banche, fanno difficoltà. La Banca S. Angelo, per uno scoperto di 5 milioni di lire (insignificante a fronte di un fatturato di circa 7 miliardi) si è rifiutata di concedere un prestito. E’ chiaro che lo scoperto è un pretesto: la banca non vuole più avere rapporti con lui.



Alle 7,30 di quel 29 agosto Libero Grassi esce di casa per recarsi alla Sigma. Ma non ci arriverà. In via Vittorio Alfieri lo aspettano Marco Favaloro, in macchina, e Salvino Madonia, figlio del boss di Resuttana, che lo sta pedinando da una settimana buona. Madonia scende dall’auto, lasciando lo sportello aperto. Impugna una pistola a tamburo, un’altra ce l’ha infilata nei pantaloni dietro la schiena. E spara.



Subito dopo il delitto i Verdi e il Centro Impastato affiggono un manifesto eloquente: “LIBERO GRASSI, un uomo coraggioso che ha sfidato la mafia. Le istituzioni non lo hanno protetto, gli altri imprenditori non hanno seguito il suo esempio, l’antimafia parolaia ha taciuto. La sentenza di Catania che ha legalizzato il pizzo con l’assassinio del 29 agosto è sanguinosamente confermata. Cosa hanno fatto le forze politiche per valorizzare l’impegno civile di Libero Grassi? Cosa ha fatto il signor Prefetto per difendere Libero Grassi?”



Ai funerali, le operaie della Sigma e molti altri (ma non moltissimi), partecipano recando grandi mazzi di fiori. Il figlio Davide, sorprendendo tutti, portando la bara del padre, alza la mano a V, simbolo di vittoria. Intanto il 7 settembre il Sole-24 ore, quotidiano della Confindustria, rivolge un appello alle imprese. L’impresa dichiari guerra alla mafia è il titolo. L’appello sottolinea come il problema della mafia, delle tangenti o pizzo, della protezione appartengano ormai all’Italia intera. E’ nell’interesse degli stessi imprenditori intraprendere questa guerra, se non vogliono vedere le loro imprese distrutte dalla criminalità: non basta affidarsi alla polizia per ripristinare la legalità: occorre scendere in campo e spendersi in prima persona. “La rivolta degli imprenditori contro mafie e camorre d’ogni tradizione – conclude – è una rivolta in nome della loro stessa cultura d’impresa, fatta di mercato, competitività, regole trasparenti e certe. Laddove la cultura mafiosa per affermarsi, deve uccidere il mercato, impedire la competitività, imporre l’arbitrio.”



L’appello accoglie molti consensi ed adesioni. I giovani imprenditori si riuniscono a Palermo e il presidente dell’associazione, Aldo Fumagalli, seduto accanto a Davide Grassi, il figlio di Libero, ed al presidente dell’ACIO, Tano Grasso, dichiara: “La Confindustria applichi rigorosamente il codice etico.” Parole, consensi, tra luci ed ombre. Ad ottobre si costituisce a Palermo l’Osservatorio Libero Grassi per i fenomeni di racket. Ma resterà sostanzialmente sulla carta.



Nello stesso mese di ottobre viene varato il decreto 346/1991, reiterato con un altro decreto del 31 dicembre e diventato legge antiracket nel febbraio 1992 con il numero 172. Il decreto attuativo verrà approvato solo nell’agosto successivo. La legge istituisce un Fondo di solidarietà per le vittime del racket, ma inizierà ad operare solo nel 1993 e solo dopo enormi difficoltà logistiche e tecniche. Il ristoro è previsto fino al 70% dei danni patiti e non deve superare il miliardo di lire. La procedura non è agile, le richieste stentano: 60 nel ’92, 54 nel ’93. Il primo provvedimento sarà del marzo ’94.



Intanto nell’ottobre del ’93 vengono arrestati Salvino Madonia e Marco Favaloro. Saranno condannati per l’omicidio di Grassi. Favaloro, divenuto collaboratore di giustizia, racconterà tutte le fasi dell’omicidio. Madonia è al 41-bis, condannato anche per l’omicidio del poliziotto Natale Mondo. E dal dicembre 2009 è indagato anche per il fallito attentato a Falcone all’Addaura. Anche la moglie di Madonia, Mariangela Di Trapani, figlia del boss Ciccio, è finita in manette, accusata di aver preso il posto del marito nella gerarchia mafiosa. Nel maggio 2010 è stata condannata a 10 anni di carcere, pena ridotta a 9 l’ anno successivo, in appello. L’omicidio è per alcuni (pochi) una presa di coscienza, per molti una pagina da voltare in fretta, scomoda. L’11 settembre il Parlamento Europeo approva una risoluzione, in cui esprime profonda indignazione per l’assassino dell’imprenditore palermitano ed esprime il proprio cordoglio ai famigliari della vittima. Il Consiglio comunale di Lodi il 1 ottobre, intitola una piazza della città a Libero Grassi. Il 20 settembre si tiene una trasmissione a reti unificate RAI-Finivest che vede collaborare Michele Santoro e Maurizio Costanzo nella messa in onda di una puntata speciale dei rispettivi Samarcanda e Maurizio Costanzo Show in onore di Libero Grassi. La prima parte della puntata è dal teatro Biondo di Palermo e la conduce Costanzo, nella seconda parte il collegamento passa al teatro Parioli di Roma, padrone di casa Costanzo. Per il resto, però. La situazione è deludente. In primis, per l’azienda di Grassi, la Sigma. Nel Natale del 1991 c’è un’in iniziativa dell’associazione Agrisalus che organizza una campagna per far conoscere i prodotti dell’azienda. Pochi i risultati. La Sigma entra in crisi, cambia nome in Dali, dai nomi di Davide e Alice, passa alla Gepi, che la chiude. Riaprirà solo nel 2004 con il nome di Sigma Nuova, con a capo sempre Davide ed Alice.



L’esempio di Libero Grassi, intanto, è seguito da molti, ma non da tutti. Organizzazioni antiracket sorgono in varie parti d’Italia, una trentina in Sicilia (da Augusta a Palazzolo Acreide, da Capo d’Orlando a Francofonte, Catania, Siracusa, Ragusa, Barcellona, Vittoria), una decina in Puglia, alcune in Calabria e Basilicata, qualcuna anche nel Lazio. Ma questo è solo una goccia nel mare del racket, di cui resta ancora vittima il 32% dei commercianti a Napoli, il 30% a Palermo, il 27% a Bari, il 17% a Padova e Firenze, il 15% a Torino, il 13% a Milano, l’11% a Roma. In media, un commerciante su 5 paga il pizzo. Ancora oggi. Questo dicono i dati delle Camere di Commercio e delle Prefetture.



In questi anni, nonostante la novità di Libera nel 1995 e la bellissima realtà di Addiopizzo, associazione palermitana creata nel 2004, non sempre gli imprenditori e i commercianti, soprattutto del capoluogo siciliano, hanno dato prova di aver cambiato registro: nei processi agli estortori, le vittime non hanno collaborato e alcuni sono stati persino condannati per omertà.



Invece, altri hanno seguito l’esempio di Libero Grassi. Alcuni, purtroppo, fino al sacrificio finale, formando una cupa litania di caduti per mano mafiosa. Ricordiamoli, lo meritano. Il 21 aprile 1992, a Lucca Sicula, Agrigento, viene ucciso Paolo Borsellino, un imprenditore che si era opposto all’ingresso dei mafiosi nella propria ditta di calcestruzzi. Il successivo 17 dicembre anche il padre di Paolo, Giuseppe Borsellino, che aveva iniziato a collaborare con la giustizia per individuare gli assassini del figlio, viene colpito a morte. Un mese prima, a Gela, era stato ammazzato il commerciante Gaetano Giordano, mentre il figlio Massimo era stato ferito. Giordano si era opposto al racket. La vedova Franca Evangelista decide di restare a Gela, in difficili condizioni, nel mezzo di una guerra di mafia tra Cosa Nostra e Stidda. Un altro imprenditore palermitano, Innocenzo Lo Sicco, è costretto invece all’esilio. Prima pagava il pizzo senza fiatare, poi si è stufato ed ha denunciato gli estortori ed è andato via. Successivamente è tornato per testimoniare contro i mafiosi ed ha messo su un’associazione antiracket. Intanto, nel novembre 1994 minacce arrivano alla vedova di Grassi. Passa un anno e il 30 agosto 1995, a Nicolosi, catania, viene ucciso il commerciante di formaggi Antonino Longo. Ancora tre mesi e il 29 novembre viene ammazzato ad Avola (Siracusa) l’imprenditore Antonino Buscemi. Per gli investigatori, o si è rifiutato di sottostare al racket imposto dalle cosche aretusee o si è aggiudicato lavori già assegnati ad altri. Nel giugno del 1997 i killer raggiungono, a Palermo, il costruttore Angelo Bruno. Si pensa ad un’altra vittima del racket. I famigliari avvalorano questa tesi, anche se il costruttore non ha mai parlato, neanche in casa, di richieste di pizzo. Ad Alcamo, Trapani, il successivo 12 settembre si suicida il commerciante Gaspare Stellino: non se la sente più di testimoniare contro gli estortori. Il 3 novembre 1999, a Sant’Angelo Muxaro, Agrigento, viene assassinato Vincenzo Vaccaro Notte, imprenditore che, insieme al fratello Salvatore gestiva una ditta di pompe funebri. Salvatore, a sua volta, verrà freddato tre mesi dopo, il 5 febbraio 2000: entrambi hanno rifiutato di piegarsi alle estorsioni. Il triste rosario continua: il 6 dicembre 2001 viene ucciso a Calatabiano (Catania) il commerciante in pensione Carmelo Benvegna. Ha denunciato e fatto arrestare alcuni estortori ed è già sfuggito ad un agguato. Il 23 ottobre 2003 tocca al commerciante nisseno Michele Amico, attirato in campagna e ucciso a bruciapelo.



Ma, ciò nonostante, qualcosa si è mosso. Dal 2004, la Cooperativa Soldaria, in collaborazione con Confcommercio, lo Sportello Legalità della Camera di Commercio di Palermo e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, organizza il “Premio Libero Grassi”, sui tema della legalità e della lotta al racket ed alle mafie, rivolto alle scuole italiane di ogni ordine e grado.



Dal 1993 il VII I.T.C. di Palermo è intitolato a Libero Grassi., mentre in varie città d’Italia sono sorte vie e piazze a lui dedicate, da Palermo a Enna, da Osnago e Olgiate (LC) a Isola della Scala (VR), da Foggia a Rivoli (TO), da Muggiò (MI) a Cosenza, a Piazza Armerina. La libertà comincia anche da qui, dal riprendersi in mano memoria, luoghi e destino personale. Restando sempre uomini, a schiena dritta. Giacché, come diceva Libero, se ognuno di noi facesse il proprio dovere, senza piegarsi, non vinceremmo noi?
Fonte: http://www.girodivite.it/Libero-Grassi,17803.html
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Provincia Siracusa: riapertura anno scolastico, Mangiafico e Andolina si confrontano su criticità e soluzioni

In vista della prossima riapertura dell’anno scolastico, il Presidente del Consiglio Provinciale di Siracusa Michele Mangiafico, allo scopo di prevenire problematiche tipiche dell’inizio dell’anno scolastico, ha messo in evidenza in questi giorni all’Assessore all’edilizia scolastica Stefano Andolina alcune criticità da affrontare subito.

“Ho espresso – afferma Mangiafico – la mia preoccupazione per i tempi rapidi in cui dovranno essere completate le tramezzature della nuova sede di Rosolini dell’Istituto professionale per il commercio di Siracusa, i cui lavori sono stati deliberati dalla Giunta provinciale da appena due settimane. Ho chiesto di verificare che il trasloco degli uffici amministrativi, il cablaggio dei laboratori e il trasferimento delle cucine dell’Alberghiero di via Polibio a Siracusa fossero tutte attività completate per l’inizio del prossimo anno scolastico e se già l’Amministrazione sia in grado di pubblicare l’avviso pubblico per la realizzazione del nuovo istituto Alberghiero, il cui mutuo è stato approvato dal Consiglio provinciale col bilancio dello scorso 30 giugno. Analogamente, ho sollecitato i lavori di completamento della sede dell’Itas di via Mirabella a Siracusa, approvati in Giunta, e ho chiesto quale sede alternativa sia stata nel frattempo individuata rispetto a quella fatiscente di viale Tica. L’assessore si è distinto in questi primi otto mesi per indubbia sensibilità in una materia così delicata e complessa come quella dell’edilizia scolastica, ma l’inizio del nuovo anno scolastico, si sa, è sempre un momento particolarmente difficile”.
Dal canto suo, Stefano Andolina ha rassicurato Mangiafico sul percorso in atto da parte dell’Amministrazione: “Per le tramezzature della scuola Rosolini, cosi come per analoghi interventi ad Avola e a Francofonte, attendiamo il parere sanitario, che dovrebbe arrivare la settimana entrante, per iniziare i lavori. Traslochi e cablaggi nella sede di via Polibio dell’Alberghiero mi risultano in conclusione perché nei giorni scorsi l’ufficio ha collaborato con la scuola per l’affidamento degli ultimi lavori, mentre per il bando del nuovo Alberghiero aspettiamo dall’avvocato Richter cui abbiamo chiesto un parere la rassicurazione che il nostro bando sia in conformità con la nuova normativa sugli appalti. Per l’Itas, in vista della realizzazione dei lavori in via Mirabella, abbiamo deciso in accordo con la scuola di spostare le aule di viale Tica in via Freud, l’ex sede dell’Alberghiero, tra l’altro molto più vicina a via Piazza Armerina, dove si trovano le altre classi dell’Itas. Ringrazio il Presidente del Consiglio provinciale per la l’attenzione e la collaborazione che mostra sempre su questi argomenti”.
Fonte: http://www.siracusanews.it/node/23678
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Sicilia sempre più in basso, Pdl: “In gravissimo ritardo le indennità di disoccupazione di migliaia di agricoltori”

Il baratro in cui la Sicilia sprofonda sembra non avere fondo. Se ieri Salvino Caputo, presidente della commissione Attività produttive dell’Ars, ha denunciato i ritardi della Regione nella pubblicazione delle graduatorie per l’assegnazione di 25 milioni di euro per il recupero dei borghi rurali, ritardi dovuti a carenza di personale in un ente che è il più popolato d’Italia, oggi sono altri due deputati del Pdl, Salvo Pogliese e Vincenzo Vinciullo a interrogare i vertici di palazzo d’Orleans sul mancato recepimento delle indennità speciali di disoccupazione da parte di migliaia agricoltori.

“Il problema, che riguarda esclusivamente i braccianti agricoli sprovvisti di conto corrente bancario o postale a cui l'Inps spedisce via posta quanto spettante, sarebbe dovuto, a quanto pare, a un gravissimo disservizio da parte di Postel, società satellite di Poste Italiane”, afferma Vinciullo in un comunicato. “Nella sezione di Noto – prosegue - che conta ben 2.600 braccianti, i 1.000 di Avola sono ancora in attesa di riscuotere le indennità”. “Non meno drammatica è la situazione nella zona montana e nei Comuni dell'hinterland della città capoluogo ed ancora più disastrosa è la situazione nei Comuni di Lentini e Francofonte. Tra i braccianti di Avola, inoltre, risultano esserci ben 600 pratiche bloccate per i disguidi sorti in merito alle fatture non emesse, quindi alla mancata utilizzazione della partita Iva e, a tal proposito, è stato raggiunto un accordo a livello nazionale che stabilisce l'erogazione delle indennità di disoccupazione per coloro che non hanno utilizzato la partita Iva solo ad avvenuta cancellazione della stessa, mentre invece, per coloro che hanno emesso fatture sarà diramata una circolare esplicativa con la quale si chiarirà la procedura da seguire per ottenere i sussidi di disoccupazione entro il 30 settembre prossimo. Appare evidente che la mancata riscossione delle indennità di disoccupazione agricola mette in serie difficoltà migliaia di lavoratori che, grazie a questi sussidi, riescono a vivere sino all'inizio della prossima attività agricola”.
Vinciullo esorta il Governo regionale a intervenire “presso i vertici regionali di Poste Italiane per risolvere questo incredibile ritardo nella consegna delle raccomandate inviate dall'Inps ai braccianti agricoli della provincia di Siracusa” e chiede “quali iniziative ritenga di adottare al fine di risolvere il problema legato alla mancata utilizzazione della Partita Iva”.
Fonte: http://www.novepress.com/politica/14404-sicilia-sempre-piu-in-basso-pdl-in-gravissimo-ritardo-le-indennita-di-disoccupazione-di-migliaia-di-agricoltori.html



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Bici e motorini in barca

Ecco una piccola guidaPer stivare a bordo un motorino o una bici, occorre dedicare un gavone a questo oggetto che va dai 5-7 chili di una bici fino agli oltre 30 di un motorino.di MAURIZIO CALDERA
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Francofonte: al via festeggiamenti in onore della Madonna della Neve. Ricco programma, sabato Valerio Scanu in concerto

Entreranno nel vivo questa sera, con il tradizionale pellegrinaggio delle 20 dalla Chiesa Madre alla stele votiva di Passaneto, nel 40°anniversario della sua erezione, i festeggiamenti religiosi in onore di Maria S.S. della Neve, Patrona della città di Francofonte. Giovedì 4 sempre nella Chiesa Madre sarà officiata dall’Arcivescovo di Siracusa Monsignor Salvatore Pappalardo la messa della 19, a seguire sul Sagrato della Basilica la caratteristica consegna del Cero Votivo alla Madonna da parte del Sindaco Giuseppe Castania, in rappresentanza dell’intera comunità di fedeli.

La sera alle 21 in Piazza Garibaldi si terrà lo spettacolo musicale di Edoardo Guarnera, il repertorio prevede brani di operetta e canzoni classiche italiane. Venerdì 5 la città si vestirà a festa di primo mattino. A fare da sveglia a molti alle 7 lo sparo di 21 colpi a cannone e lo scampanio delle Campane. Alle 7.30, si terrà la Celebrazione dell’Ufficio delle letture e delle lodi mattutine della Solennità. Alle 8 ed alle 9 saranno officiate altre due messe e dalle 9 la Banda musicale della città ricorderà l’evento. Alle 11.30, le campane suonate a festa, lo sparo di mortaretti ed il lancio degli inzaiareddi, accompagneranno l’attesa uscita dalla Chiesa della Sacra Icona della Patrona che raggiungerà Piazza Garibaldi, per l’accensione dei fuochi pirotecnici.
A mezzogiorno in punto il primo cittadino consegnerà simbolicamente le chiavi di Francofonte alla Madonna. Subito dopo, la Sacra Icona percorrerà il tradizionale “Giro dei Santi”. A Partire dalle 19 si svolgerà la Processione serale della Sacra Icona accompagnata per le vie delle città dalle preghiere dei fedeli e dalla banda musicale. Il cordone di fedeli attraverserà, come da programma: P.zza Vittorio Emanuele, via Spoto Puleo, p.zza Garibaldi, via Verdi, via E. Filiberto, p.zza Archimede, via Commendatore Belfiore, via Roma, p.zza Carmine Vecchio, via Sebastiano Franco, p.zza Torino, via Trento e Trieste, via della Vittoria, via Venezia, via Europa, via Firenze, via Finale, via Mantova, via Gramsci, parrocchia San Francesco d’Assisi, via Gramsci, via Diaz, p.zza Dante. E proprio in Piazza Dante dalle 22 si esibirà il Corpo Bandistico 2001 Città di Francofonte. A mezzanotte spettacolo pirotecnico. Sabato 6 alle 21, nell’ambito degli spettacoli estivi organizzati dall’amministrazione comunale, concerto in Piazza Garibaldi di Valerio Scanu.
Fonte: http://www.siracusanews.it/node/23467
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Sulla condizione di criticità della Polizia Locale in provincia di Siracusa

Di Nello Russo: 1 agosto 2011 - Continua la battaglia sindacale del S.I.L.Po.L. di Siracusa in difesa della trasparenza dell’azione amministrativa ed a tutela della democrazia partecipativa dei lavoratori della polizia municipale.
Lo stato di agitazione proclamato dai colleghi siracusani, che hanno messo in evidenza le profonde criticità organizzative del Corpo vistosamente procuratesi dopo il riassetto interno attuato dal nuovo Comandante, e le denunce delle frequenti aggressioni fisiche subite dagli agenti durante il servizio hanno portato alla costituzione di una Commissione di indagine interna, che dovrà fare luce sulla qualità dei rapporti interni tra i Vigili Urbani ed il Comandante, tenendo conto anche delle segnalazioni fatte dal S.I.L.Po.L. e dalla C.G.I.L. direttamente agli organi istituzionali locali e tramite la stampa ed i mezzi radio-televisivi locali.
Così, mentre sono fievoli le risposte istituzionali, arriva invece turbinosamente la dichiarazione del Procuratore della Repubblica di Siracusa, che ci è sembrata avere un tono alquanto partigiano – pro Comandante – ed abnorme rispetto alle criticità oggettive segnalate dalle oo.ss. ed all’attualità dello stato di agitazione.
Però non ci stupisce tanto il suo intervento, anzi riteniamo che sia una sua precisa prerogativa, visto che tra gli attori di questa battaglia vi sono Agenti ed Ufficiali di p.g., quanto invece il tono “politichese” usato dal Procuratore Capo laddove lancia uno strale sulla nomina della Commissione Comunale di indagine interna, esternando tutta la sua disapprovazione.
Noi ci teniamo fuori da questo scontro, nel quale del resto hanno tenuto bene testa alcuni politici siracusani, perchè vogliamo continuare ad occuparci dei lavoratori, dei rapporti contrattuali e della sicurezza del lavoro e nel luogo di lavoro. Nel frattempo l’azione unilaterale del Comandante della p.m. di Siracusa continua ad appesantirsi, avvelenando sempre di più i rapporti interni, che rischiano di raggiungere un preoccupante parossismo.
Così si è reso necessario un ulteriore intervento del S.I.L.Po.L., per mano del suo Segretario Provinciale Peppe Gennaro, il quale ha sottoscritto una lettera aperta di contestazione degli ultimi provvedimenti riguardanti l’assegnazione del personale ai servizi interni, adottati dal Comandante al di fuori di ogni logica regolamentare e contrattuale e, come sempre nel suo stile, senza informare opportunamente le oo.ss.. Sicuramente le reazioni non mancheranno, siamo curiosi di carpirne il tono, più che di leggerne le argomentazioni.
Un’altra problematica scottante riguarda la situazione critica in cui si trovano i Corpi di polizia municipale dei Comuni di Francofonte, Melilli e Priolo, messa in risalto dalla Segreteria Provinciale di Siracusa con un altro documento depositato in Prefettura e in Procura. Nel documento si legge che la Polizia Municipale di Francofonte è ormai ridotta ai minimi storici, sotto l’aspetto della dotazione organica, a causa del demansionamento in categoria “B” di cinque Agenti precari, stabilizzati a tempo indeterminato per effetto della Legge Regionale Siciliana 24/2010. Inoltre, viene segnalato alla Prefettura ed alla Procura della Repubblica che i pochi colleghi rimasti in attività, stanno svolgendo servizio armato, pur non avendo essi frequentato ormai da qualche anno i corsi di abilitazione al maneggio delle armi, presso i poligoni autorizzati, così come sancito dalla legge di ordinamento.
Allo stato attuale il Corpo di polizia municipale del Comune di Francofonte è composto da 6 operatori di ruolo e 9 ausiliari della sosta e questo fatto lascia riflettere molto sulla scarsa considerazione, che quella amministrazione comunale ha riposto sul tema della sicurezza urbana e sulla volontà di investire risorse concrete sulle funzioni di polizia locale, ritenute “fondamentali” dalla recente letteratura normativa.
Per ultimo, ma solo in termini enunciativi, la Segreteria Provinciale affronta la particolare problematica, che sta investendo i Corpi di p.m. dei Comuni di Melilli e di Priolo Gargallo, dell’attribuzione delle mansioni superiori al personale declassato in categoria “B”, ai fini dello svolgimento delle funzioni di Agente di p.m.. Non è escluso che questo personale sia impiegato in tutti i servizi di polizia locale, nonostante sia sprovvisto della qualifica di pubblica sicurezza e dell’arma di ordinanza, col rischio di essere sovraesposto in attività di polizia di prossimità e di sicurezza urbana, poco giustificabile in rapporto alle condizioni di incertezza e precarietà del ruolo assegnato con provvedimenti amministrativi temporanei.
Il S.I.L.Po.L., nel fare rilevare tutte queste criticità, ha dato la massima disponibilità per eventuali approfondimenti e chiarimenti, augurandosi che venga aperto presto uno spazio di confronto su tutta la problematica.
Fonte: http://www.blogsicilia.it/blog/sulla-condizione-di-criticita-della-polizia-locale-in-provincia-di-siracusa/53704/
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Comune Francofonte: riforma ecologica con decoro floreale, l'assessore chiede ai cittadini di fare la loro parte

E’ partita, da Via Armando Diaz e coinvolgerà presto tutte le altre zone residenziali di Francofonte, la riforma ecologica verso la differenziata, annunciata qualche settimana fa dall’assessore all’Ecologia Stefano Privitelli. Sono in corso di realizzazione, infatti, le oasi per il conferimento diversificato dei rifiuti in molte aree cittadine, dove le tradizionali campane saranno sostituite da cassonetti colorati di ultima generazione, per il vetro, la carta ed il legno.

Per rendere più gradevole e composta la presenza delle pattumiere, si stanno circoscrivendo, ove i luoghi consentono, con fioriere decorative in materiale rigorosamente bio. Le isolette di conferimento sono previste, a seconda del bacino di utenza, da tre o cinque cassonetti. Presto saranno collocate in prossimità di Via Sebastiano Franco, Via Regina Margherita, Via Gramsci , Piazza Dante, Via Europa, Piazza Carmine Vecchio. La raccolta porta a porta domestica, invece, per la fase sperimentale coinvolgerà 1000 utenti, probabilmente residenti in Contrada San Francesco ed in quei quartieri in cui i lavori per la metanizzazione sono stati completati o stanno per essere ultimati.
L’assessore comunale al ramo, Stefano Privitelli, chiede per la buona riuscita dell’iniziativa la massima collaborazione della cittadinanza, ricordando di non gettare i rifiuti solidi urbani promiscui nelle nuove pattumiere, per non inficiare il sacrificio di chi crede nel rispetto dell’ambiente e ha a cuore mantenere la città pulita. Per quanto riguarda i badges per le premialità in bolletta, lo stesso Privitelli ricorda che chi non li avesse ricevuti o smarriti può richiederli direttamente al Centro di raccolta Comunale, dove si possono avere anche i duplicati.
Fonte: http://www.siracusanews.it/node/23446
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Il nodo strategico di Sigonella. Interventi in Africa e nuove tecnologie militari

MESSINA - Dal 1973 è una delle stazioni aeronavali chiave per gli interventi militari USA in Europa orientale, Africa, Medio Oriente e sud-est asiatico ed una delle infrastrutture estere che ha assorbito i maggiori investimenti da parte del Pentagono (poco meno di un miliardo di dollari negli ultimi 15 anni). Si tratta di Sigonella, la grande base dell’US Navy che sorge nella piana di Catania, oggi trampolino di lancio degli attacchi della coalizione internazionale a guida NATO contro le forze armate libiche fedeli a Gheddafi.

Congiuntamente ad un’altra base siciliana (Trapani-Birgi), Sigonella sta funzionando da vero e proprio hub per la movimentazione di uomini, mezzi e sistemi d’arma destinati allo scacchiere di guerra libico. Operano in particolare dalla stazione aeronavale gli aerei senza pilota UAV MQ-1 Predator che il Pentagono sta utilizzando per bombardare caserme, aeroporti, postazioni radar e centri di telecomunicazione. Secondo l’International Institute for Strategic Studies (IISS) di Londra, nella base siciliana sono stati schierati due squadroni dell’US Air Force con velivoli Predator. Realizzati dalla General Atomics Aeronautical Systems Inc., i velivoli misurano 8,22 metri di lunghezza, raggiungono medie altitudini (sino a 9.000 metri sul livello del mare) e hanno un’autonomia di volo di 40 ore. I sensori ottici e i sistemi di video-sorveglianza possono individuare e fotografare qualsiasi target anche in condizioni di intensa nuvolosità. Ma più che aerei spia, i Predator sono un’arma letale in grado d’intercettare ed eliminare gli obiettivi con estrema precisione grazie ai missili aria-terra a guida laser AGM-114 “Helfire” di cui sono armati.
Per le missioni d’intelligence e per dirigere gli attacchi, il Pentagono utilizza pure un altro tipo di velivolo senza pilota, l’RQ-4 Global Hawk (“falco globale”), prodotto dalla Northrop Grumman. È il “grande fratello” teleguidato che intercetta ogni movimento sospetto in aree che si estendono per migliaia di chilometri quadrati, l’anello strategico delle catene di controllo e comando delle guerre del XXI secolo, quelle a costo zero – in termini di vittime - per gli eserciti che le scatenano, e dove restano invisibili i morti, civili e militari, dei paesi che le subiscono. Di dimensioni nettamente maggiori del Predator, i “falchi globali” godono di un’autonomia di volo di circa 30 ore e possono volare a 60.000 piedi di altezza in qualsiasi condizione meteorologica. Il viceammiraglio William Gortney, in un’intervista alla stampa statunitense, ha confermato che il Global Hawk “sta fornendo una sorveglianza continua del territorio libico, eseguendo missioni di volo dalla base aerea di Sigonella”. Dopo aver ingrandito con i propri visori di bordo le immagini captate e calcolate le coordinate geografiche dei potenziali obiettivi, il grande UAV invia le informazioni ai centri di analisi terrestri e agli aerei-radar AWACS della NATO (questi ultimi operativi da Trapani-Birgi) che stabiliscono i target da bombardare con i cacciabombardieri, i missili da crociera e i Predator.
Anche se il primo dei Global Hawk è giunto segretamente solo nell’ottobre del 2010, la base di Sigonella è destinata a divenire la “capitale internazionale” di questi velivoli destinati a coordinare i futuri attacchi, convenzionali e nucleari, contro ogni possibile obiettivo nemico in tre continenti (Europa, Asia ed Africa). Stando ai piani del Pentagono, nello scalo sarà pienamente operativo entro il 2012 un plotone di 4-5 Global Hawk, mentre altri cinque velivoli saranno consegnati entro il 2015 ai reparti della Marina USA di stanza in Sicilia. Anche per questo è in avanzata fase di realizzazione un complesso per la manutenzione generale dei “falchi globali” in dotazione alle forze armate statunitensi, un programma considerato di “altissimo valore strategico” dal Dipartimento della difesa, i cui lavori sono stati appaltati alla CMC di Ravenna (Legacoop). La NATO, da parte sua, ha scelto la stazione aeronavale quale “principale base operativa” dell’Alliance Ground Surveillance – AGS, il nuovo sistema di sorveglianza terrestre dell’Alleanza atlantica. Entro il 2014 giungeranno a Sigonella 800 militari, sei velivoli Global Hawk di ultima generazione e le stazioni fisse e trasportabili progettate per supportare il dispiegamento in tempi rapidi e in qualsiasi scenario internazionale delle unità terrestri, aeree e navali della Forza di Risposta (NRF) della NATO, divenuta operativa nel giugno 2006. “Grazie all’Alliance Ground Surveillance, la NATO acquisirà una considerevole flessibilità nell’impiego della propria capacità di sorveglianza di vaste aree di territorio in modo da adattarla alle reali necessità operative”, ha dichiarato Peter C. W. Flory, vicesegretario generale NATO per gli investimenti alla difesa. “L’AGS sarà un elemento chiave per assicurare l’assunzione delle decisioni politiche dell’Alleanza e la realizzazione dei piani militari”.
Il ruolo strategico di Sigonella nelle operazioni in Libia è consacrato pure dai velivoli per il pattugliamento marittimo P-3C “Orion”, gioielli dell’intelligence navale convertiti in aerei d’attacco: la US Navy ha dotato gli “Orion” dei missili aria-superficie AGM-65 “Maverick”, ampiamente utilizzati per distruggere le imbarcazioni libiche. Sigonella offre inoltre il supporto tecnico-logistico agli aerei a decollo verticale V-22 “Ospreys”, agli elicotteri CH-46 “Sea Knight” e CH-53E “Super Stallion”, e ai cacciabombardieri F-15 ed F-16 “Fighting Falcon” che l’US Air Force ha trasferito nel Canale di Sicilia. Da Sigonella partono inoltre i ricognitori Boeing RC-135 “Rivet Joint”, i velivoli di sorveglianza elettronica EP-3E “Aries II”, quelli per il rilevamento dei segnali radar EA-18G “Growlers” e gli aerei cisterna KC-130 e KC-135 utilizzati per il rifornimento dei velivoli impegnati nei raid, compresi i cacciabombardieri strategici B-2 (gli “aerei invisibili”) giunti direttamente dalla costa orientale degli Stati Uniti d’America. Nella base sarebbero pure schierati gli aerei A-10 “Thunderbolt” e AC 130 “Spectre”, infernali strumenti di morte dell’US Air Force. Il “Thunderbolt” è armato con un cannone lungo più di sei metri, il GAU-8/ “Avenger” (vendicatore), in grado di sparare fino a 4.200 colpi al minuto. I proiettili di 30 centimetri contengono ognuno 300 grammi di uranio impoverito per perforare blindati e carri armati. Conti alla mano, ad ogni raffica l’“Avenger” disperde nell’ambiente più di 15 chili di microparticelle radioattive. Lo “Spectre”, invece, può essere dotato alternativamente di un cannone da 105 millimetri o da cannoncini da 40 e 25 millimetri con proiettili perforanti anti-carro. Sempre secondo l’International Institute for Strategic Studies sono pure presenti a Sigonella sei cacciabombardieri F-16AM dell’aeronautica danese (armati di bombe GBU-49 da 500 libbre); otto cacciaintercettori JAS-39 e un aereo cisterna Tp-84 dell’aeronautica militare svedese; due pattugliatori marittimi Lockheed CP-140 “Aurora” (con missili MK-46 Mod V), canadesi; sei caccia F-16C e un aereo cisterna Boeing KC-135 “Stratotanker” dell’aeronautica militare turca.
L’African Connection della base USA di Sigonella non passa però solo dal conflitto libico. Organismi, reparti e mezzi di stanza in Sicilia operano da tempo remoto nel continente nero. Ufficiali del Naval Criminal Investigative Service (NCIS) vengono impegnati nell’addestramento “in tecniche di sicurezza marittime e portuali” dell’Africa Partnership Station (APS), la forza multinazionale che gli Stati Uniti hanno promosso con numerosi paesi dell’Africa occidentale e centrale. La maggior parte delle operazioni di rifornimento armi, munizioni e carburante delle unità impegnate in esercitazioni in ambito APS sono coordinate dal Naval Supply Center (NAVSUP) “Echelon IV”, il centro della US Navy che coordina da Sigonella la logistica dei reparti statunitensi nell’area mediterranea e mediorientale. Ufficiali della Combined Task Force 67 - CTF-67, partecipano invece alle sempre più numerose esercitazioni congiunte USA-forze armate africane. Il CTF-67 è il comando che sovrintende le operazioni nel Mediterraneo delle forze aeree della Marina militare ed è stato trasferito da Napoli a Sigonella nell’ottobre 2004 proprio per rafforzare la sua proiezione in Africa.



Il fiore all’occhiello delle nuove politiche interventiste USA nel continente è però rappresentato dalla Joint Task Force JTF Aztec Silence, la forza speciale creata dal Dipartimento della difesa per condurre missioni d’intelligence, sorveglianza terrestre, aerea e navale, nonché vere e proprie operazioni di combattimento in Africa settentrionale ed occidentale. Il generale James L. Jones, al tempo comandante delle forze armate USA in Europa (Eucom), in un’audizione davanti alla sottocommissione difesa del Senato (1 marzo 2005), ha spiegato che JTF Aztec Silence è stato istituita nel dicembre 2003 “per contrastare il terrorismo transnazionale nei paesi del nord Africa e costruire alleanze più strette con i governi locali”. “A sostegno di JTF Aztec Silente – ha aggiunto il gen. Jones - le forze d’intelligence, sorveglianza e riconoscimento (ISR) della US Navy basate a Sigonella, Sicilia, sono state utilizzate per raccogliere ed elaborare informazioni con le nazioni partner. Questo robusto sforzo cooperativo ISR è stato potenziato grazie all’utilizzo delle informazioni raccolte dalle forze nazionali locali”.



Alla Joint Task Force Aztec Silence sono attribuite in particolare le missioni della Operation Enduring Freedom – Trans Sahara (OEF-TS), il complesso delle operazioni militari condotte dagli Stati Uniti e dai suoi partner africani nella vasta area del Sahara-Sahel. Per OEF-TS le forze armate USA hanno potuto contare sino ad oggi sulla collaborazione di ben undici paesi: Algeria, Burkina Faso, Libia, Marocco, Tunisia, Ciad, Mali, Mauritania, Niger, Nigeria e Senegal. Più propriamente, OEF-TS è la componente militare della più ambiziosa Trans Sahara Counter Initiative (TSCTI), il piano a lungo termine degli Stati Uniti d’America per “prevenire i conflitti” nella regione, “attraverso un’ampia gamma di strumenti politici, economici e per la sicurezza”. All’iniziativa trans-sahariana sono stati destinati circa 100 milioni all’anno dal 2009 al 2013. Sino al dicembre 2007, la JTF Aztec Silence si basava sullo sforzo operativo di differenti squadroni di pattugliamento aereo della US Navy che venivano trasferiti in Sicilia per periodi di circa sei mesi da basi aeronavali statunitensi. In seguito, il Comando centrale degli Stati Uniti ha istituito il Patrol Squadron Sigonella (Patron Sig), assegnando in pianta stabile in Sicilia uomini e mezzi provenienti da tre differenti squadroni (VP-5, VP-8 e VP-16), più il personale del Consolidated Maintenance Organization di Jacksonville (Virginia), addetto alla manutenzione dei velivoli. L’elemento strategico per “individuare, attaccare e colpire” gli obiettivi nemici è rappresentato dall’aereo radar P-3C “Orion, nato per il pattugliamento marittimo e la guerra antisottomarini, ma che a partire dagli anni ‘90 è stato orientato sempre di più alle attività ISR e alla cosiddetta “lotta al terrorismo”, l’eufemismo di Washington per giustificare i programmi di guerra globale. Come abbiamo visto, oggi l’“Orion è anche un efficace strumento per bombardare obiettivi civili e militari in Libia.



Con la costituzione di AFRICOM, il comando USA per le operazioni terrestri, aeree e marittime nel continente africano, sta ulteriormente crescendo il traffico aereo a Sigonella, specie dei velivoli che trasportano i reparti e i mezzi statunitensi destinati ai teatri più “caldi” del nord Africa e dell’Africa sub-sahariana. Una sfida, quella rappresentata dalle nuove missioni nel continente, che ha costretto gli strateghi dell’Air Mobility Command (AMC), l’alto comando per la mobilità aerea, a pianificare investimenti multimilionari per potenziare le grandi infrastrutture militari presenti nell’area mediterranea. Secondo quanto pubblicato il 25 marzo 2008 dal quotidiano delle forze armate USA, Stars and Stripes, per rispondere ai bisogni di AFRICOM “sarà necessario che una parte del personale dell’Air Mobility Command ospitato in Gran Bretagna e Germania venga trasferito in alcune basi d’Italia, Spagna e Portogallo”. Il generale Duncan J. McNabb, la più alta autorità militare nel settore del trasporto aereo statunitense, in un’intervista rilasciata al periodico Air Forces Magazine (novembre 2008), ha spiegato che “per assicurare il successo dell’intervento in Africa”, è indispensabile “sviluppare le infrastrutture delle basi chiave, come Lajes Field, l’isola Ascensione nell’Atlantico e Sigonella, Sicilia”. “L’Air Mobility Command - ha aggiunto McNabb – sta lavorando con il comando dell’US Air Force in Europa per trasferire in queste installazioni, dalla base aerea di Ramstein, Germania, il traffico aereo di AFRICOM”.



I sempre più numerosi arrivi nella base siciliana dei giganteschi aerei cargo dell’US Air Force, congiuntamente al dispiegamento dei velivoli senza pilota del tipo Global Hawk e Predator, rischiano di rendere ancora più sovraffollati gli spazi aerei della Sicilia e di buona parte del sud Italia, con prevedibile peggioramento delle condizioni di sicurezza per il traffico civile e le popolazioni che vivono nelle aree vicine all’installazione aeronavale. Sono in particolare gli UAV a porre pesanti interrogativi sui pericoli futuri, ma le ripetute denunce degli attivisti della Campagna per la smilitarizzazione di Sigonella non hanno condotto sino ad oggi a un serio dibattito pubblico sui rischi di questi sistemi a controllo remoto per le attività di decollo e atterraggio del vicino aeroporto civile di Catania-Fontanarossa, il terzo scalo in Italia come volume di passeggeri (oltre sei milioni di transiti all’anno). Diversamente era andata invece in Spagna, dove le autorità statali che in un primo tempo avevano candidato Zaragoza come “principale base operativa” del sistema AGS in alternativa a Sigonella, si erano poi ritirate perché “l’installazione dei velivoli senza pilota presentava molti inconvenienti al normale funzionamento del vicino aeroporto della città”, come dichiarato dal portavoce del governo Zapatero. “Dato che le aeronavi della NATO voleranno continuamente per catturare le informazioni, si potevano generare restrizioni al traffico aereo, saturazione nello spazio aereo e problemi durante gli atterraggi e i decolli”.



Sui pericoli rappresentati dalla proliferazione degli UAV non mancano gli studi e gli interventi scientifici anche dall’altra parte dell’Oceano. Nel documento The U.S. Air Force Remotely Piloted Aircraft and Unmanned Aerial Vehicle - Strategic Vision, in cui l’aeronautica militare statunitense delinea la “visione strategica” sul futuro utilizzo dei sistemi di guerra, si ammette che “i velivoli senza pilota sono sensibili alle condizioni ambientali estreme e vulnerabili alle minacce rappresentate da armi cinetiche e non cinetiche”. “Il rischio d’incidente del Predator e del Global Hawk è d’intensità maggiore di quello dei velivoli con pilota dell’US Air Force”, si legge ancora, anche se si aggiunge essere “al di sotto dei parametri stabiliti nei documenti di previsione operativa per questi sistemi”. Il comandante Renzo Dentesano, pilota per quarant’anni dell’Aeronautica militate e di Alitalia (poi consulente del Registro aeronautico italiano e perito per diverse Procure della repubblica e studi legali in procedimenti relativi ad incidenti aerei) spiega che Global Hawk e Predator “non risultano in grado di assicurare l’incolumità del traffico aereo civile”, perché “sono stati progettati in modo tale che, pur disponendo a bordo di un sensore capace di “vedere”, secondo il principio ICAO di see and be seen, altro traffico in volo con il quale la loro traiettoria potrebbe interferire, non hanno la capacità completa di rispettare l’altro principio sul quale si basa la sicurezza dell’aviazione civile e cioè il protocollo see and avoid – vedi ed evita il traffico a rischio di collisione”. Per Dentesano, cioè, gli UAV “non sono in grado di variare la loro traiettoria di volo in senso verticale, salendo o scendendo di quota, come la situazione per evitare una collisione prontamente richiederebbe”.



Queste problematiche sono note alle autorità militari italiane. Durante un’ispezione compiuta nella base siciliana (31 marzo 2008) dal parlamentare di Sinistra Critica-PRC, Salvatore Cannavò, l’allora comandante del 41° Stormo dell’Aeronautica militare, colonnello Antonio Di Fiore, aveva negato l’ipotesi d’insediamento a Sigonella dei Global Hawk in quanto “la gestione di quel tipo di aerei non è compatibile col traffico civile del vicino aeroporto civile Fontanarossa”. Senza poi dimenticare che i velivoli decollano e atterrano a pochi chilometri in linea d’area dal cosiddetto “triangolo della morte” Augusta-Melilli-Priolo dove imperversano impianti chimici, raffinerie, depositi di carburante e munizioni per le unità navali USA e NATO, compresi i sottomarini e le portaerei a capacità nucleare.



Che Sigonella e dintorni siano ad altissimo rischio militare lo conferma la lunga lista d’incidenti verificatisi in questi anni: collisioni in volo, velivoli precipitati al suolo o nelle acque del basso Tirreno, atterraggi di fortuna su campi e strade siciliane, ecc.. Il peggiore dei disastri risale a ventisette anni fa. Il 12 luglio 1984, un quadrigetto C141B “Starlifter” dell’US Air Force precipitò in contrada Biviere, nel comune di Lentini (Siracusa), e nell’incidente morirono i nove membri dell’equipaggio. I militari statunitensi vietarono il soccorso ai mezzi locali e impedirono che giornalisti e fotoreporter si avvicinassero all’area. Massimo fu il riserbo sul carico trasportato dal velivolo e il segreto militare fu esteso pure alle cause di incidente. Per una quarantina di giorni, la strada statale 194 che collega Catania a Ragusa fu interdetta al traffico veicolare. Solo a seguito di uno studio del colonnello dell’US Air Force Paul M. Hansen sugli incidenti con oggetto i C141B (ottobre 2004), la Flight Safety Foundation di Washington ha pubblicato sul proprio data base una scheda di quanto accaduto a Lentini. La fondazione segnala che la destinazione del volo era la base aeronavale di Diego Garcia, Oceano indiano. “Immediatamente dopo il decollo da Sigonella – si legge nel report – il motore n. 3 del velivolo accusava una grave avaria. Il motore iniziava ad emettere dei rottami che causavano il danneggiamento del motore n. 4. I rottami entravano pure all’interno del compartimento di cargo, incendiando un pallet contenente vernici. L’incendio alle merci trasportate produceva uno spesso fumo velenoso che rendeva il controllo visivo dell’aereo estremamente difficoltoso. L’aereo finiva su un ripido terrapieno ed esplodeva ad appena 198 secondi dal decollo. Gli esami tossicologici effettuati dopo l’incidente indicavano che i membri dell’equipaggio avevano ricevuto potenzialmente livelli fatali di cianuro dal fumo assorbito prima dell’impatto”.
Dopo più di vent’anni, la Procura della Repubblica di Siracusa ha aperto un’inchiesta sull’incidente di Lentini facendo seguito alla denuncia dell’Associazione per bambini leucemici “Manuela e Michele” sull’altissimo tasso di malformazioni congenite e l’anomalo aumento di patologie leucemiche, tumori al cervello e alla tiroide, registrati tra il 1992 e il 1995 nel comprensorio dei comuni di Lentini, Carlentini e Francofonte. Secondo il Registro Tumori della Usl di Siracusa, infatti, il tasso di mortalità in quest’area è tre volte maggiore che nel resto d’Italia. A legare la vicenda del C-141B e lo sviluppo delle patologie oncologiche, l’ipotesi che a bordo del velivolo USA ci fosse un carico di centinaia di chili di uranio impoverito, utilizzato ancora sino a qualche tempo fa come contrappeso degli aerei da trasporto dell’US Air Force e di altri paesi NATO
Fonte;: http://www.dazebaonews.it/dazebao-news/inchiesta/item/4824-il-nodo-strategico-di-sigonella-interventi-in-africa-e-nuove-tecnologie-militari
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Sbloccare i progetti delle coop per ridare respiro al settore edile «Intervenire rapidamente per fronteggiare la congiuntura negativa»

Silvio Breci:FRANCOFONTE:
Una crisi, quella che ha investito pesantemente il settore delle costruzioni, per combattere la quale occorrono, secondo la Cna, non solo misure strategiche di programmazione, ma anche misure finalizzate a immettere nel sistema locale liquidità in grado di scongiurare il rischio di chiusura di numerose aziende.

A sostenerlo, con una nota inviata al sindaco, all'assessore ai lavori pubblici, al presidente del consiglio comunale e al dirigente dell'ufficio tecnico comunale, sono il presidente provinciale della Cna Costruzioni Sebastiano La Terra e quello comunale Gaetano Di Maiuta. Nel manifestare il «grave stato di disagio delle imprese che a Francofonte operano nel comparto delle costruzioni e dell'indotto», la Cna sottolinea come «la fase congiunturale negativa sta ancora pesantemente gravando sull'economia locale, per cui occorre intervenire rapidamente per fronteggiarne le conseguenze a carico del sistema produttivo e sociale».

Tra le misure la cui adozione è ritenuta dalla Cna di somma urgenza lo sblocco immediato di tutte le pratiche giacenti all'ufficio tecnico, comprese quelle relative alla legge post terremoto e quelle promosse da cooperative edilizie e piani di lottizzazione; l'impegno ad una più efficiente gestione delle procedure di affidamento, monitoraggio e relativo pagamento, entro 60 giorni, delle opere affidate alle imprese; la verifica sulla effettiva costruzione di loculi all'interno del cimitero per evitare il blocco dei lavori per inadempienza degli assegnatari delle aree e la realizzazione, infine, di un convegno pubblico sulle opportunità offerte dal bando sulle agevolazioni per le ristrutturazioni nei centri storici promosso dalla Regione, nell'ambito del quale risultano ancora disponibili delle risorse.

Tra le misure strategiche di programmazione suggerite dalla Cna Costruzioni la revisione del piano regolatore generale e l'approvazione del piano particolareggiato per il centro storico, per una espansione ordinata e produttiva del tessuto urbano; la verifica periodica, dalla consegna dei lavori, delle opere relative alla zona artigianale, scongiurando ritardi nella realizzazione di una infrastruttura fondamentale per il territorio; la strutturazione immediata, infine, dello sportello unico per le attività produttive, condizione determinante di semplificazione e di sviluppo.
Fonte: http://www.gazzettadelsud.it/NotiziaArchivio.aspx?art=103406&Edizione=15&A=20110726
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“Fotogrammi di Vita”, a Francofonte successo per la mostra dei giovani artisti Stracquadaini e Sferrazzo

Durante lo scorso weekend, presso l’ex Chiesa San Cristoforo di Francofonte, si e’ tenuta la prima mostra fotografica “Fotogrammi di Vita”, iniziativa promossa dalla FIDAPA locale con le opere di Lucia

La mostra che ha riscosso forte consenso di pubblico, ha proposto una raccolta di scatti dei due autori, come in un racconto che percorre volti, colori, paesaggi e luci, in una magica atmosfera di gesti e di attimi di vita quotidiani.
Lucia Stracquadaini predilige il bianco e nero, in collocazioni spaziali e temporali non ancorate ad un luogo, che seguono il filo di sentimenti o gesti semplici, lasciando che la mente si muova verso una scintilla di sorpresa, di ammirazione, di tristezza, di passione, di semplicità. Cosi’ le ombre veneziane, le ringhiere storiche di Ortigia e Siracusa, i viali di Bolzano e i nostri paesaggi siciliani si fondono in una sequenza senza tempo.
Giuseppe Sferrazzo studia volti di anziani segnati dal tempo e visi spensierati di bimbi, l’espressivita’ delle mani che comunicano un duro lavoro, il passare del tempo, affetto e tenerezza. Nel discorso inaugurale la presidente della FIDAPA Daniela Bianucci ha enfatizzato nel corso della presentazione il valore della narrazione di un quotidiano viaggio più volte intrapreso dai muti osservatori "che ci hanno permesso di essere testimoni di comuni gesti quotidiani, bellezze, paessaggi che non sempre incrociano il nostro sguardo".

Frante: http://www.siracusanews.it/node/23317
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Francofonte, si conclude stasera l’VIII Edizione della tre giorni “ La musica è vita”.

E’ stata inaugurata igiovedì all’anfiteatro di Villa Idria a Francofonte l’VIII Edizione della tre giorni “ La musica è vita”.

Si tratta di una manifestazione promossa dalla Consulta Giovanile della città, col patrocinio dell’Assessorato Comunale alla Solidarietà Sociale, per divulgare attraverso il canale privilegiato di comunicazione qual è la musica messaggi positivi alle nuove generazioni su temi di grande attualità.
E’ stata la “legalità”, ieri all’anfiteatro di Villa Idria a Francofonte, il leit motiv della serata inaugurale della “Musica è Vita”, la manifestazione coniata dalla Consulta Giovanile, in collaborazione con l’Assessorato alla Solidarietà Sociale, giunta alla sua VIII Edizione. Tre serate dedicate a temi che interessano l’universo giovanile , quali appunto l’esigenza del rispetto delle regole civili e giuridiche, per porre le basi ad un domani migliore; la sicurezza stradale; la lotta contro l’uso di alcol e droghe prima o durante la guida di veicoli, per prevenire le stragi del sabato sera.
Problematiche di grande attualità affrontate sfruttando il canale di comunicazione privilegiato dalle nuove generazioni di ogni tempo, vale a dire la musica. 4 le band locali che si esibiranno, fino a sabato, quando è prevista l’assegnazione di due premi in denaro, di 500 e 250 euro, per i gruppi che si sono distinti per bravura e coinvolgimento di pubblico. Accanto alle formazioni in gara ogni sera viene, inoltre, ospitata la performance di una formazione musicale professionale e vengono allestiti, anche, alcuni stand informativi o per la degustazione di prodotti o la vendita di oggetti per finalità benefiche. Ieri dato il tema della legalità, un contributo in termini di partecipazione attiva è stato offerto dall’Associazione Libera.
Fonte: http://www.siracusanews.it/node/23269
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Il nuovo outlet aprirà e spiego il perché" Sorbello deciso, firmerà l’autorizzazione


Il nuovo outlet aprirà e spiego il perché" Sorbello deciso, firmerà l’autorizzazione
Fonte: http://www.giornaledisiracusa.it/notizie/economia/23902-il-nuovo-outlet-aprira-e-spiego-il-perche-sorbello-deciso-firmera-lautorizzazione.html
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Disagi per la metanizzazione Castania minaccia sospensione dei lavori

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Qualche ora in più sotto gli alberi Villa Idria a Franconte aperta sino alle 24

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Francofonte, a Villa Idria parte un servizio straordinario di vigilanza privata


E’ partito già ieri sera, in fase sperimentale che durerà un mese, il servizio straordinario di vigilanza privata a Villa Idria, polmone verde della città di Francofonte.

La presenza degli operatori dalle 20 alle 24, mira a garantire maggiore sicurezza ai fruitori dello spazio pubblico proprio nelle ore serali ed a fungere da deterrente contro gli atti vandalici che si consumano spesso nell’area.
Poiché la villa costituisce un luogo di incontro e refrigerio durante questa torrida stagione estiva, specie per anziani e bambini, un’attenzione particolare è richiesta dall’assessore Stefano Privitelli ai padroni dei cagnolini, invitati a contribuire a mantenere le ottimali condizioni igienico sanitarie nell’area, che vengono compromesse dalle deiezioni canine, che in pochi si premurano a rimuovere.

La collaborazione di tutti consentirà di godere al meglio dello spazio, dove già la scorsa settimana sono state eseguite opere di diserbo.
Fonte: http://www.siracusanews.it/node/23148
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